Magia e Autonomia
21 Luglio 2021 - #magia #metafisica #autonomia - Alessandro Y. Longo
“Guardavo, guardavo, guardavo questa pianta cercando di capire che cazzo scrivere e mentre la guardavo mi sono accorto che cercavo anche di capire: ‘che cazzo è ‘sta pianta? Quali sono le caratteristiche di questa pianta, che cos’è la cosa fondamentale di questa pianta?’ La risposta che mi sono dato è che la caratteristica fondamentale di questa pianta è che esiste. Ma poi mi sono accorto che non ero più in grado di aggiungere altro e non sapevo articolare il fatto che esistesse. Da qui è nata la roba sulla magia: in fondo l’ineffabile è l’esistenza. La pura esistenza delle cose, il fatto che le cose esistano in maniera misteriosa e autonoma.”Federico Campagna, intervistato da Yanez Magazine
Ho sempre avuto l’impressione che i segreti maggiori di Magia e Tecnica, opera misteriosa e dal fascino antico, si nascondessero nella seconda parte del libro, dedicata alla pars costruens e al sistema metafisico della Magia.
Magia, per il filosofo italiano, è un termine polisemico: essa è anzitutto una terapia, nel senso che ne ha dato l’antropologo italiano De Martino. Ben lontano dai significati che circondano la parola ‘magia’ nel nostro immaginario, per De Martino — Campagna cita l’opera ‘Il mondo magico’ — storicamente il ruolo di sciamani e stregoni nelle società arcaiche è stato proprio quello di superare la perdita di orizzonte che ha attraversato certe comunità. Per esempio, quando la modernità ha raggiunto certe aree rurali dell’Italia, è sembrato che l’armonia delle cose fosse perduta per sempre, che le relazioni tra esseri umani e natura si fossero disgregate e che nulla avesse più senso. Questo stato di krisis è stato affrontato non limitandosi ai problemi dell’individuo ma individuando nuovi ‘frame’, nuove cornici che dessero un senso a quanto succedeva. All’epoca, il mago era il terapeuta della realtà stessa:
“Quando un certo orizzonte sensibile entra in crisi, il rischio principale è costituito dallo sbriciolamento di ogni singolo limite: tutto può diventare tutto, cioè il nulla emerge. Ma la magia… interviene per fermare il caos emergente, e per risolverlo in un ordine”
Attraverso un sistema di realtà come quello tecnico, sono molte le
ferite che il nostro mondo sta accumulando, dalle quali possono prendere
vita orrori vecchi e nuovi. Per non farsi lacerare, occorre poter agire
nel qui e ora, senza aspettare passivamente la rivoluzione. La
magia di Campagna è una magia radicalmente anarchica e autonoma,
un’affermazione della potenza della vita al di là delle sovrastrutture.
La forza di questo aspetto del libro è la definizione di una vera cura
del sé e del mondo che rovescia il frame in cui siamo gettati a vivere.
Per
realizzare questo rovesciamento, occorre crederci e ribadire due
fondamentali verità. In primo luogo, come ha espresso David Graeber in
una famosa citazione, ricordare la natura intersoggettiva e contingente
della realtà su cui ci affacciamo:
“Come Deleuze, io credo nel mondo e voglio starci dentro. Voglio starci fino in fondo, perchè credo in un altro mondo nel mondo, e voglio essere proprio là. E ho intenzione di rimanere un credente, come Curtis Mayfield. Ma questo è al di là di me, e anche oltre me e Stefano [Harney nda] e fuori nel mondo, nell’altra cosa, nell’altro mondo, nel gioioso rumore dell’eschaton discacciato e cantato a ritmo di scat, c’è il rifiuto sottocomune della misera accademia dell’infelicità.”
“ll suo mondo è allo stesso tempo un mondo e nessun mondo, è sia linguaggio che silenzio, esistenza incommensurabile e presenza limitata, indistinzione ed essenza”
Il processo che dalla Tecnica porta alla Magia è ciò che abbiamo chiamato reincantamento, in un tentativo di attivare il pensiero di Campagna in un campo più ampio. Reincantare il mondo significa creare un nuovo kosmos, un ordine armonico per animare l’esistente, simile al “lavoro di una poetessa o di un poeta nell’imporre la metrica ai propri versi, per permettere al ritmo e al suono di brillare attraverso il testo, al di là della semantica”.
Agire per un nuovo inquadramento del reale è un atto di autonomia, un darsi la propria legge che supera ogni costrizione. L’atto autonomo presuppone che non esista un vero “esterno” rispetto al mondo formato dalla Tecnica: proprio per questo, vivere attraverso la Magia significa “essere fuori all’interno” e produrre diversità e incanti come “fluttuanti alternative”. La Magia è l’ombra che perseguita la Tecnica, la costante maledizione che ne impedisce la presa definitiva sul mondo. La Magia si vive come un segreto, una sorta di self-help (o cura del sé) esoterico, l’intima appartenenza ad un sistema che evita il solipsismo e la chiusura ombelicale - tipica delle tendenze tecnicizzati - e che sviluppa un linguaggio “sempre girato all’indietro, in cerca di una guida al di fuori di sé”.
Il movimento reincantato non coincide con il cedimento all’irrazionalità totale o con il rifiuto primitivista della tecnologia, piuttosto, è una pragmatica coincidentia oppositorum concettuale. Lo spiega molto bene Campagna citando un detto attribuito al profeta Maometto: “Fra il mio pulpito (minbar) e la mia tomba si spalanca un giardino, che è il giardino del Paradiso”.
John Baldessari (American, b.1931) - Throwing Three Balls in the Air to Get a Straight Line (best of thirty-six attempts), 1973